Le regole dell’uomo

1. Le tette sono fatte per essere guardate ed è per questo che lo facciamo. Non c’è modo di modificare questo comportamento.

2. Imparate ad usare la tavoletta del cesso. Siete ragazze robuste: se è su, tiratela giù. A noi serve su, a voi serve giù. Noi non ci lamentiamo mai quando la lasciate giù.

3. Domenica = Sport. E’ un evento naturale come la luna piena o il cambiamento delle maree. Lasciatelo così.

4. Fare la spesa NON si può considerare uno sport

5. Piangere è un ricatto!

6. Se volete qualcosa, chiedetelo.

7. Cerchiamo di essere chiari:
– “Sottili” sottintesi, non funzionano
– “Forti” sottintesi, non funzionano;
– “Ovvi” sottintesi, non funzionano.
Semplicemente DITELO!

8. “Si” e “No” sono risposte perfettamente adeguate a praticamente tutte le domande.

9. Sottoponeteci un problema solo se vi serve aiuto per risolverlo. Serviamo a questo. Per la solidarietà ci sono le vostre amiche.

10. Un mal di testa che dura da 17 mesi è un problema. Fatevi vedere da un bravo medico.

11. Qualunque cosa abbiamo detto 6 mesi fa non è utilizzabile in una discussione. Più precisamente: il valore di qualunque affermazione scade dopo 7 giorni.

12. Se pensate di essere grasse, probabilmente lo siete. Non chiedetecelo.

13. Se qualcosa che abbiamo detto può essere interpretata in due modi e uno dei due vi fa arrabbiare o rendere tristi, intendevamo l’altro.

14. Potete chiederci di “fare qualcosa” o dirci “come volete che sia fatta”. Non tutte e due le cose contemporaneamente. Se poi sapete il modo migliore per farla, potete benissimo farvele da sole.

15. Quando possibile, parlate durante la pubblicità.

16. Cristoforo Colombo non aveva bisogno di qualcuno che gli indicasse la rotta. Noi nemmeno.

17. TUTTI gli uomini vedono in 16 colori, come le impostazioni base di Windows. “Pesca” per esempio, è un frutto, non è un colore. Anche “Melone” è un frutto. “Malva” non abbiamo la più pallida idea di cosa sia.

18. Se prude, grattatevi. Noi facciamo così.

19. Se chiediamo cosa c’è che non va e voi rispondete “niente”, ci comporteremo esattamente come se non ci fosse nulla che non va. Sappiamo perfettamente che state mentendo, ma così ci risparmiamo un sacco di fastidi.

20. Se ponete una domanda a cui non volete una risposta, aspettatevi una risposta che non volevate sentire.

21. Quando dobbiamo andare da qualche parte, tutto quello che indossate è bellissimo. Davvero!

22. Non domandateci mai a cosa stiamo pensando, a meno che non siate pronte a sostenere un dialogo su:
-Sesso;
-Sport;
-Automobili.

23. I vestiti che avete sono più che sufficienti.

24. Le scarpe, invece, sono troppe!

25. Noi siamo perfettamente in forma: “tondo” è una forma.

Amara, acida e anche un po’ cattiva… per il S. Valentino

L’idea di questo post m’è venuta ieri, e ho deciso che l’avrei scritto oggi senza pensare minimamente alla festività,  ma devo dire che c’azzecca proprio.
Ogni tanto, quando litigo col coach, penso che sarebbe meglio vivere da soli, che la convivenza è difficile, e che secondo me è proprio difficile vivere con qualsiasi uomo.
Sono io la becera?
Il fatto è che convivere significa scendere a compromessi e dover discutere di tutto.
Io sono passata da un matrimonio in cui prendevo tutte le decisioni, svolgevo tutti i compiti, organizzavo la vita mia e dei miei figli senza nessuna interferenza, ma anche senza nessun consiglio o supporto…. se ne veniva qualcosa erano solo critiche…. sono passata, dicevo, ad un rapporto in cui tutto è deciso-organizzato-vissuto a due, in cui però uno dei due comanda di più, con la scusa che lui vuole il bene di tutti quindi è giusto così.
Per esempio se usciamo in macchina, deve guidare sempre lui perchè lui è “l’uomo”.
Poi però chi svolge più compiti in casa, sono io: pulire, lavare, stirare, occuparsi della birba… degli altri miei due figli, della scuola, naturalmente, nel tempo che mi rimane quando non sono in ufficio.
Lui si occupa esclusivamente della spesa e della cucina.
E poi non lo dico solo io, l’avrete sentita ieri questa notizia, e non era certo una novità.
La mia riflessione è appunto questa: che tranne rare eccezioni, noi donne siamo ancora in schiavitù, e che la società di oggi non è organizzata in modo che noi possiamo vivere soddisfatte e realizzate.
Credo che non abbiamo assolutamente bisogno di un uomo, che lo si potrebbe benissimo relegare nel ruolo che gli è più consono, cioè quello di fuco.
Credo che la convivenza tra donne, tra amiche ad esempio, sarebbe la più profiqua e soddisfacente.
I compiti verrebbero equamente ripartiti, e le cose sarebbero fatte tutte alla perfezione (quante donne sono costrette a direa ai loro compagni: “lascia stare tu, che fai solo casini” ?).
Se siamo giù, noi donne sappiamo comprendere, aspettare, ascoltare. Siamo intuitive e sensibili. Gli uomini sono rozzi e impazienti. E per loro è sempre colpa della sindrome mestruale.
Saremmo validamente intercambiabili al 100%, sempre all’altezza di tutte le situazioni, l’efficienza familiare sarebbe esaltante.
Il sesso? La porta è aperta, non sarebbe una famiglia chiusa in sè stessa, certamente. Ma poi, da dove si è entrato, si esce.
Potrei fare mille altri esempi validi a dimostrazione della mia tesi.
Non è facile organizzarla, però, se un domani fossi costretta a ricominciare tutto daccapo, farò proprio così: basta uomini in casa!

Dedicato a tutte le mie amiche a cui voglio bene.
E al coach, che gli voglio bene pure a lui. ;-)p